mercoledì, novembre 19, 2008

Proposta di una assemblea nazionale aperta all’intero movimento dei precari
Dopo la manifestazione del 30 ottobre, nella quale eravamo presenti con uno spezzone di insegnanti precari, riteniamo sia essenziale far emergere con una maggiore visibilità ed un crescente grado di organizzazione il movimento degli insegnanti precari, con le sue specifiche ragioni ed i suoi problemi.

Se vogliamo affermare con forza le nostre rivendicazioni dobbiamo aumentare il livello di coordinamento e, con esso, la capacità di organizzare una nostra mobilitazione.

L’emergenza della situazione ci spinge ad invitare tutte le organizzazioni e i singoli precari a costruire collettivamente una assemblea nazionale, che proponiamo per il giorno 30 novembre (luogo da stabilire).

Il Movimento Insegnanti Precari

PERCHE’ UN MOVIMENTO INSEGNANTI PRECARI?

Il movimento insegnanti precari è formato da insegnanti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado. Esso nasce dall’esigenza degli insegnanti precari di lottare in prima persona per i propri diritti, liberi da ingerenze di qualsiasi tipo.

Il nostro scopo è quello di organizzare un movimento ampio ed unitario del precariato della scuola, che si inserisca all'interno della generale mobilitazione della scuola e dell'università, contro i provvedimenti del Governo attuale.
Riteniamo che questa necessità sia oggi più urgente che in passato. Se i tagli alla scuola statale operati dal Governo compromettono pesantemente la qualità della didattica e le condizioni di lavoro di tutti i docenti, il peso maggiore delle riduzioni di spesa ricadrà direttamente sulla nostra pelle: una parte consistente degli insegnanti precari verrà estromessa dall’insegnamento; un’altra parte dovrà elemosinare a vita uno stipendio sempre più scarnificato dalle scuole private, uno stipendio che, già oggi, è ai limiti della sussistenza; un’altra parte ancora vedrà l’assunzione in ruolo come una prospettiva lontanissima.
La lotta contro il precariato assume un significato singolare all’interno delle rivendicazioni generali sulla scuola pubblica. Come insegnanti precari siamo consapevoli che una scuola che ridefinisce lo stato giuridico degli insegnanti in funzione del nuovo paradigma della flessibilità (vedi proposta di legge Aprea n. 953) è una scuola che fa uso massiccio di precari. La flessibilità associata alle privatizzazioni e allo smantellamento della scuola statale trasforma gli insegnanti in liberi professionisti, che dovranno svendersi alle scuole trasformate in fondazioni, rendendo il precariato una regola.
Insomma, per noi lottare contro il precariato nella scuola statale vuol dire lottare per una scuola pubblica che possa davvero realizzare il principio costituzionale del superamento di qualsiasi differenza. Lottare contro il precariato nella scuola vuol dire rifiutare qualsiasi taglio all’istruzione statale, pretendere la trasformazione dell'organico di fatto in ruolo e lo sblocco del turn over, restituendo ai precari il posto lasciato libero dagli insegnanti in pensionamento. Non vogliamo più sentirci in esubero. Il lavoro che quotidianamente svolgiamo nelle scuole, in condizioni sempre più difficili, è fondamentale alla formazione degli studenti, e solamente la logica dei tagli, che imperversa da anni nelle politiche sull'istruzione, ci impedisce di lavorare tutti nelle migliori condizioni.
Se vogliamo rafforzare davvero la lotta degli insegnanti precari all'interno della mobilitazione generale della scuola e dell'università,

dobbiamo necessariamente coordinarci ed assumerci la responsabilità delle azioni rivendicative da intraprendere insieme.

Non possiamo aspettarci da altri la difesa dei nostri diritti, se non agiamo in prima persona per difenderli.
Per questo, richiamiamo tutti i precari organizzati e non, a lavorare per costruire con noi un'assemblea nazionale dei precari in vista delle future mobilitazioni.

Movimento insegnanti precari

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